CLICK AND LOOK (omaggio al regista Ermanno Olmi)

Post più popolari

sabato 31 dicembre 2011

Diamanti

Il tempo non esiste. E' solo un' invenzione per segnare su una linea i fatti. 
Lasciamoci alle spalle ciò che non ci è piaciuto, conserviamo nella memoria il vissuto bello e andiamo avanti.
Diamoci ogni giorno piccole attese per non restare delusi. 
Cerchiamo di non essere distratti, o ancor peggio imbambolati. 
Conserviamo lucidità e facciamo ogni giorno un gesto buono per noi e per gli altri.
La vita è un dono e, se siamo qui, qualcosa di bello ci tocca.
Cerchiamo diamanti anche in mezzo ai sassi.




mercoledì 28 dicembre 2011

Fra.Ma: due sorelline


Tempo di vacanze. Spazi di tempo libero da dedicare ai piccoli anche raccontando loro storie.
Vi propongo allora questo mio racconto (che fa parte di un filone dedicato all'infanzia) con la speranza che possa rendere lieto qualche momento con i vostri figli.
 (I diritti sono riservati come per tutti gli altri testi pubblicati sul mio blog)

Due sorelline se ne stavano sedute su un tappeto nel soggiorno a giocare con uno scatolone che la mamma aveva preso all’uscita del supermercato tra gli imballi da smaltire.
Dopo averne osservate la forma e la dimensione, ci avevano fatto due grandi finestre e un portone d’ingresso. Con i colori stavano cercando di rendere la casetta bella e accogliente. E ci riuscivano anche bene!
Meglio di tanti giochi già costruiti le due sorelline con fantasia aggiungevano particolari che trasformavano l’imballo in una vera novità. La mamma si spostava tra la cucina e il soggiorno per preparare il pranzo e intanto con lo sguardo osservava i progressi  nella costruzione.
Nei giorni precedenti, poiché girava un topolino in giardino, il loro papà aveva messo un po’ di vischio su un pezzetto di legno con un boccone di formaggio. Lo scopo era d' ingannare il topo prendendolo per la gola ed … eliminarlo.
La mamma uscì in giardino e … ”C’è una gallinella qui attaccata al legno. Venite a vedere.”
“ Ma da dove arriva questa gallinella tutta nera? E’ piccola, è una gallinella americana. Dobbiamo liberarla. ”.
E, staccandola dal vischio sul legno,  rimase la sua coda un poco spelacchiata.
“Ma da dove è sbucata? Qui vicino nessuno ha un pollaio”.
“Beh, fa niente lasciamola stare. Qualcuno la cercherà o da sola tornerà al suo pollaio. Adesso è spaventata!”
Invece la bestiola liberata dall’incastro appiccicoso, se ne girava tranquilla nel piccolo giardino, beccheggiando qua e là, completamente a suo agio già dopo pochi minuti.
Era riconoscente della ritrovata libertà di movimento?
La famiglia era risultata simpatica e ospitale per il cibo subito a lei offerto?
La sera si avvicinava e con il buio la gallinella si sistemò vicino alla casa, dove ormai aveva capito che poteva trovare più caldo e riparo.
Trascorso un po’ di tempo la mamma disse alle due bimbe: “La gallinella non ci lascia. Sarebbe bello che ci facesse trovare l’uovo”
Dopo pochi giorni, la gallinella, quasi avesse capito di dover a quel punto ricambiare dell’ospitalità ricevuta, fece trovare il regalo nel grande vaso di cotto con i fiori che era posto in  un angolo del giardino. Eccolo lì l’atteso, insperato piccolo ovetto.
Poi continuò a giorni alterni a mantenere il suo impegno. Brava gallinella americana!
Le due sorelline cercavano l’ovetto,  lasciavano gli avanzi di cibo sempre allo stesso posto e si divertivano ad osservare i buffi e frenetici movimenti del capo della piccola gallinella americana nera con la coda spelacchiata.
Un giorno non si trovò più in giardino:
“E’ volata?”  “E’ tornata alla sua casa?”
“Peccato! L’avventurosa conoscenza ci ha davvero divertito”.

 

Chiamiamo questo racconto: la gallinella americana.



martedì 27 dicembre 2011

Natale, Santo Stefano un solo pensiero non mio: "Luce dona alle menti, pace infondi nei cuor"
E con questo augurio per me e per tutti chiudo la parentesi delle feste.


Nell'aria c'è una piccola novità. Vi racconterò ...





       Rio Bo

Tre casettine
dai tetti aguzzi,
un verde praticello,
un esiguo ruscello: rio Bo,
un vigile cipresso.
Microscopico paese, è vero,
paese da nulla, ma però...
c'è sempre disopra una stella,
una grande, magnifica stella,
che a un dipresso...
occhieggia con la punta del cipresso
di rio Bo.
Una stella innamorata?
Chi sa
se nemmeno ce l'ha
una grande città.
          
          Aldo Palazzeschi

giovedì 22 dicembre 2011

Idee per mettere un tocco di Natale qua e là

Vicino al lavello in cucina mettere in un contenitore (teiera, tazza alta, vasetto della marmellata, bicchiere a calice ecc.) un ramo di agrifoglio o di qualsiasi altro sempreverde, con bacche.
Legare intorno al contenitore un nastro di raso rosso sottile, oppure a quadretti con il rosso o con l'oro ...
Utilizzare per il periodo strofinacci per asciugare i piatti a motivo natalizio con presina di Natale. Tocchi di colore rosso, verde.
All'ingresso di casa vedo bene una ghirlanda (magari anche acquistata) ma con l'aggiunta di rami verdi, nastri rossi o bianchi, bacche per personalizzarla un po'. 
Si può poi appendere (con un filo d'oro o di argento o con un semplice cordino naturale) in qualche angolo di casa gli angeli disegnati dai vostri bambini e poi ritagliati. Se trovate la polverina dorata o argentata con un po' di colla si rende luminoso l'angioletto. Oppure si usano i glitter a matita che lasciano tracce colorate e d'effetto. Fate fare ai piccoli che sono bravi in queste cose. Voi sorvegliate soltanto.
In bagno, a vista, metterei una boule di quelle che si trovano anche nei supermercati, con dentro il presepe,  Babbo Natale, che capovolgendola fa vedere la neve.
Sul divano, o su una sedia un cuscino colorato rosso oppure scozzese.
In un corridoio o in un punto di passaggio un tappetino a tema (rosso con i cuoricini, tutto rosso, tutto verde ...)
Vicino al telefono un oggetto piccolo come per esempio un piccolo presepe, un carillon natalizio ...
Anche sulle scale a metà in un angolo: una pianta, una palla di Natale e un piccolo presepe.
Se avete spazio è bello mettere in un angolo una sedia di legno semplice, anche usurata, senza cuscini, con un presepe ...
Sopra un calorifero, appoggiato alla soglia di marmo o di legno, uno strofinaccio natalizio magari ricamato, mettere un vaso con una pianta come l'Amaryllis (bianco o rosso) da vedere crescere.
Sono solo alcune idee per mettere un tocco di Natale qua e là.





mercoledì 21 dicembre 2011

Natale alle porte

Aspettando il Natale ... penso ...
Ma ciò che stiamo aspettando non è già venuto?
Eh allora, più che aspettare nel ricordo, non sarebbe meglio accrescere la consapevolezza che Lui è già tra noi?
Ma come "vedere" il Natale tra noi contemporanei? Nei gesti, negli sguardi, nelle opere? 



giovedì 15 dicembre 2011

Cosa chiedere a questo Natale

... i giorni passano.
Il quotidiano ci porta a macinare ogni giorno tutto quello che possiamo o dobbiamo fare.
Il pensiero mi piace posarlo però ogni tanto là, sul Natale, quasi alla ricerca di un' oasi di pace, di riparo sicuro. Spazio, silenzio, calore.
Ma cos'è il Natale e cos'ha di così tanto importante? Perché nei nostri cuori accende ancora attesa?


Riusciamo ad esprimere, anche in due parole, cosa chiediamo, desideriamo per questo Natale ormai prossimo?
Lascio a voi la parola.


















martedì 13 dicembre 2011

Cartoline di Natale


















I bimbi così cantavano aspettando l'arrivo del Bambinello: 
 ... Maria lavava, Giuseppe stendeva il bimbo piangeva dal freddo che aveva ...













lunedì 12 dicembre 2011

Santa Lucia


13 dicembre: Santa Lucia
Il giorno più corto che ci sia ...

In alcune città d'Italia, é Santa Lucia che ogni anno porta i doni ai bambini. Si racconta che Lucia fosse una bella fanciulla siciliana, figlia di un ricco nobile di Siracusa e tutti la conoscevano per la sua dolcezza ed amorevolezza. A quel tempo in Sicilia imperversava il paganesimo e Lucia mostrando un certo interesse per il Vangelo, decise di convertirsi al cristianesimo. I suoi genitori avevano deciso di farla sposare, ma Lucia non ne volle sapere per ben due motivi; il futuro sposo non era cristiano e perché lei aveva deciso di dedicare la sua vita al Signore. Questa decisione, però non venne rispettata dai famigliari della ragazza ed iniziò per lei una vera e propria persecuzione, con l'intento di farle cambiare idea. Quando fu certo che Lucia per nessun motivo non si piegava al volere altrui, né rinnegava la propria fede, le vennero strappati gli occhi ed infine fu uccisa. Da allora Santa Lucia fu considerata la protettrice degli occhi e della vista, ed giorno del suo martirio, che cade il 13 dicembre, inizia il suo viaggio col suo affabile e fedele asinello portando i doni ai bambini buoni; perciò, bambini e bambine fate i bravi che le visite di Santa Lucia continueranno ogni anno.

Un elenco per Santa Lucia

Lungo é l'elenco

che vogliamo fare,

ma scegli tu cosa portare:

per il nonno un caldo cappello,

un rospo in tasca a mio fratello,

una fidanzata per il mio cane,

ai passerotti tanto pane;

chicchi di riso per la minestra,

un po' di pazienza per la maestra,

una nuova scopa per la Befana,

un giorno in più alla settimana;

una sciarpa al pupazzo di neve,

per i miei amici una storia breve.

Fino ad ora abbiamo scherzato

e con le parole abbiamo giocato.

Tu però non dimenticare,

due cose che devi portare:

un sorriso per chi non ce l'ha

e per tutti tanta bontà.

venerdì 9 dicembre 2011

Stile di vita

Senza passato non c'è futuro.
E' questa una battuta ad effetto che a volte si sente dire anche in diversi contesti.
Riconosco che in essa c'è un senso di vero.
Mai vergognarsi delle proprie radici, di qualunque tipo possano essere, considerare il legame per riconoscersi parte di una storia personale e non solo. Pacificare l'unione, sciogliendone i nodi quando ci sono è un modo per riconoscere l'inizio e proseguire in libertà sul proprio percorso, aprendosi a nuove piste; su nuove tracce da lasciare a chi ci seguirà. 
Proprio come un albero ramificarsi, restando uniti ad un ceppo contraddistinto.

Siamo diventati tutti più ricchi ma molti di noi ricordano, se non per aver provato per aver visto, o per aver provato e visto: i maglioni rifatti con la stessa lana più volte, magari intersecando al vecchio un nuovo filo.  Solo la fantasia come maestra.
Le stoffe usate, rivisitate in nuovi capi d'abbigliamento, nella ricerca del dettaglio che suggeriva la moda del momento e così passare da maschio a femmina o al contrario, oppure da grande a piccolo, in un passato generazionale da fermarsi solo di fronte al lisarsi della stoffa stessa.
L'acqua usata e riutilizzata per nuovi scopi, in una cascata di usi e riusi per nulla sciupare, per consumarne l'uso sino allo sporco più sporco.
La colla costruita in casa con acqua e riso, il cui risultato di pappina poteva in qualche modo far presa tra le due parti di foglio che si volevano unire.
La carta per ricoprire i libri di scuola di colore blu elettrico a basso costo o fatta con carta marrone, quella dei pacchi, che col sapiente uso di colori cambiava, trasformandosi in fantasmagorie, allucinazioni da precorso millenovecentosettanta.
Eppure nel candore della ricerca del meglio, il corpo è sveglio, la mente è attenta a cercare (la necessità aguzza l'ingegno) più che nel benestare atrofico del tanto c'è tutto e non so più cosa desiderare.
Ecco: il risveglio del desiderio, la voglia di migliorare, di conquistare, di raggiungere, di usare al meglio ciò che c'è, potrebbe costringerci, in questo momento storico, ad assumere uno stile di vita più sobrio e non più povero?





mercoledì 7 dicembre 2011

Preghiera dei bambini


   
Gesù bambino, stammi vicino
stendi la mano fa' che sia sano.
Proteggi sempre babbo e mammina
veglia dal cielo la mia casina.
Fa' che sia docile, tranquillo e buono
ai miei capricci dammi il perdono.
Mattina e sera accogli tu
la mia preghiera, bambin Gesù!

Piva, piva l'oli d'uliva



Piva, piva l'oli d'uliva 
  

Piva, piva l'oli d'uliva;
gnaca, gnaca l'oli che taca
l'è el Bamben che porta i belè
l'è la mam che spend i danè

Piva, pivetta l'el dè de Natal
Piva, pivetta l'el dè de Natal 



El macelà el porta la carna
el prestinè el fà la mustarda
l'ufelè el fà el paneton

Piva, pivetta l'è el dè del turon
Piva, pivetta l'è el dè del turon ...



Abbraccio fraterno

Con il suono melodioso all'apertura del blog vorrei  portare a tutti voi un grande augurio di serene Festività natalizie.






Un abbraccio a ciascuno di voi. 

mercoledì 30 novembre 2011

O mia bella Madonnina che brilli da lontano

Friends of Malaysia sebuah ucapan.
Saya tertanya-tanya siapa anda dan bagaimanakah anda mencari Cantada itu.

Amici dalla Malesia un saluto. 
Mi domando chi siete e come avete fatto a trovare il Cantadè.

poskad dari Italy - Milano Duomo dedicato a Santa Maria Nascente



Ci resta solo l'ottimismo della BUONA VOLONTA'



Ho cercato il significato della parola che si trova oggigiorno sulla bocca di tutti: crisi.
da vocabolario Treccani:
criṡi (ant. criṡe) s. f. [dal lat. crisis, gr. κρίσις «scelta, decisione, fase decisiva di una malattia», der. di κρίνω «distinguere, giudicare»]. –

Hmm ... interessante la definizione! ... scelta, decisione, distinguere, giudicare.
Purtroppo il giudizio su tanti politici passati e presenti è davvero sul negativo.
Molti, troppi, non hanno scelto, operato per il bene comune.
Non possono chiedere sacrifici agli altri e non farli (loro) godendo dei tanti privilegi da tempo a loro concessi. 
E' troppo e insopportabile!



Ci resta solo l'ottimismo della buona volontà

martedì 29 novembre 2011

Il mondo va avanti!

Crisi o non crisi il mondo va avanti.


Il rigore dei conti serve e l'abbiamo capito (molti da un pezzo! altri sembrano non essere nemmeno sfiorati dalle difficoltà economiche) ma ancora di più occorre l'ampia veduta per non fermarsi alla punta dei propri piedi, guardando oltre per il bene di tutti.
Crisi o non crisi il mondo va avanti. E quando dico mondo dico le persone che vivono nel mondo.

L'economia è uno strumento non certo un fine.

martedì 22 novembre 2011

agli amici degli States

To our American friends a big hug 

(Agli amici americani un grande abbraccio)


Vecchia cartolina di Ello



Veduta di Ello recente da località Morti della Rata





Due cartoline da Ello (Lecco -  Italy)

sabato 19 novembre 2011

uccelli scapati o scappati ... con polenta


Ricettina doc per pranzo domenicale:
ingredienti:
fettine sottili di fesa
prosciutto cotto
un pochino di pancetta (a dadini o a fettine)
foglie di salvia
burro
olio
vino bianco o ancor meglio marsala
un pezzettino di dado.


Mettere in padella un po' di burro e un po' di olio
aggiungere la salvia e scaldare.
Intanto in un piatto grande spianate le fettine di carne, 
mettendo dentro ad ognuna un po' di prosciutto cotto.
Arrotolare le fettine chiudendo con uno o due stecchini.
Mettere in padella gli involtini,
cuocere rigirando la carne,
sfumate con un po' di vino bianco o meglio ancora con un po' di marsala.
Lasciate cuocere aggiungendo se necessario un goccio di acqua, 
quando la carne è cotta (lo si vede dal colore)
mettete un pezzettino di dado e un goccio d'acqua,
rigirate il tutto.
L'intingolo risulta dorato? La carne è cotta?
Allora servite subito nel piatto e a tavola ...
Consiglio di fare nel frattempo la polenta. 
Gli uccelli scapati (senza capo) o scappati (perché non sono proprio uccelli)
si sposano benissimo con una bella fetta calda di polenta.
Piatto unico, di stagione, facile da fare. 

Omaggio agli amici dalla Germania




Lago di Oggiono in provincia di Lecco


jetzt schickte zwei Postkarten auf den See heute zu den Freunden, dass ich aus Deutschland lesen


(Oggi invio due cartoline agli amici che mi leggono dalla Germania). 
Confido sempre in una corretta traduzione. 

giovedì 17 novembre 2011

Omaggio agli amici della Federazione russa

Для друзей, которые я зачитаю из Российской Федерации теплые приветствия, и я верю в правильном перевода.

(Per gli amici che mi leggono dalla Federazione russa un saluto caloroso.
Confido in una corretta traduzione).


Due cartoline di Lecco (Italy)







Quel ramo del lago di Como, che volge a mezzogiorno, tra due catene non interrotte di monti, tutto a seni e a golfi, a seconda dello sporgere e del rientrare di quelli, vien, quasi a un tratto, a ristringersi, e a prender corso e figura di fiume, tra un promontorio a destra, e un'ampia costiera dall'altra parte; e il ponte, che ivi congiunge le due rive, par che renda ancor più sensibile all'occhio questa trasformazione, e segni il punto in cui il lago cessa, e l'Adda rincomincia, per ripigliar poi nome di lago dove le rive, allontanandosi di nuovo, lascian l'acqua distendersi e rallentarsi in nuovi golfi e in nuovi seni. La costiera, formata dal deposito di tre grossi torrenti, scende appoggiata a due monti contigui, l'uno detto di san Martino, l'altro, con voce lombarda, il Resegone, dai molti suoi cocuzzoli in fila, che in vero lo fanno somigliare a una sega: talché non è chi, al primo vederlo, purché sia di fronte, come per esempio di su le mura di Milano che guardano a settentrione, non lo discerna tosto, a un tal contrassegno, in quella lunga e vasta giogaia, dagli altri monti di nome più oscuro e di forma più comune. Per un buon pezzo, la costa sale con un pendìo lento e continuo; poi si rompe in poggi e in valloncelli, in erte e in ispianate, secondo l'ossatura de' due monti, e il lavoro dell'acque. Il lembo estremo, tagliato dalle foci de' torrenti, è quasi tutto ghiaia e ciottoloni; il resto, campi e vigne, sparse di terre, di ville, di casali; in qualche parte boschi, che si prolungano su per la montagna. Lecco, la principale di quelle terre, e che dà nome al territorio, giace poco discosto dal ponte, alla riva del lago, anzi viene in parte a trovarsi nel lago stesso, quando questo ingrossa: un gran borgo al giorno d'oggi, e che s'incammina a diventar città.

I Promessi Sposi di Alessandro Manzoni * Capitolo I^

venerdì 11 novembre 2011

Nota Bene: questo Blog è una pagina Web personale e senza fini di lucro.
Alcune immagini, informazioni e/o altro sono state trovate su Internet e non c'è stato modo di appurare se esse siano di pubblico dominio o meno. 
Se qualcuno che mi legge trova sul Blog qualcosa che non è di pubblico dominio e/o che non dovrebbe essere presente, chiedo la cortesia di contattarmi (corti.luisella@gmail.com) per rimuovere immediatamente quanto segnalato.
Grazie della collaborazione.

giovedì 10 novembre 2011

Speranza





C'è qualcosa che può aiutarci a sperare?

Io penso di sì .... 



mercoledì 9 novembre 2011

Italia


L'Italia è un paese pronto a piegarsi ai peggiori governi. È un paese dove tutto funziona male, come si sa. È un paese dove regna il disordine, il cinismo, l'incompetenza, la confusione. E tuttavia, per le strade, si sente circolare l'intelligenza, come un vivido sangue.

Natalia Ginzburg, Le piccole virtù, 1962

martedì 8 novembre 2011

GRAZIE MILLE!

A quelli che hanno dedicato attenzione al mio blog:  grazie mille.
Dopo aver visto che ci sono persone che mi leggono oltre che dalla madre patria anche dagli Stati Uniti, dalla Germania e da ieri anche dall'India (wuaoo!) ... mi viene una piccola considerazione aggiuntiva.
Un tempo i grandi navigatori affrontavano viaggi e peripezie di ogni genere per entrare in contatto con altre persone e quindi altre culture; oggi, da casa, semplicemente con un pc abbracciamo tutto il globo.
Potenza di internet da usare come grande mano per comunicare (e cioè mettere in comune, far conoscere) idee, progetti, valori. 



domenica 6 novembre 2011

La festa di Halloween è finita. Preferisco pensare a Ognissanti (All The Sants).
La proposta di cucina che vi faccio però va benissimo ancora e per tutto il periodo del freddo che verrà.


Minestra di zucca
Comprate una zucca. Ho scoperto molto buona quella chiamata mantovana.
Per un po' la potete tenere come addobbo di casa in qualche angolo, magari con una manciata di foglie secche vicino (fa scenografia d'autunno). Anche all'ingresso di casa sta bene.

Tagliatela a tocchi. (Attenzione è dura da tagliare). La pulite e la dividete. Tre o quattro pezzi vanno bene per una volta e perciò,  potrete conservare nel freezer il resto da utilizzare in altre occasioni velocemente.
Secondo me si presta bene alla sera, anche se avete ospiti. (è semplice ma non tutti la sanno fare o la conoscono).
In una pentola mettete latte e acqua (mezzo litro di latte e un bicchiere d'acqua; va bene comunque anche meno latte e più acqua - aggiustate anche sempre in base al numero dei piatti).
Aggiungete un po' di sale e accendete il fuoco.
Quando incomincia a bollire buttate il riso (una manciatina scarsa a testa). Non esagerate nella quantità perché deve risultare alla fine "pannosa" e non dura.
Verso la fine della cottura del riso, se volete,  aggiungete una noce di burro.
Quando il riso è cotto spegnete il fuoco e coprite la pentola con un coperchio per qualche minuto.
Servite nel piatto.
Il risultato è un piatto di stagione colorato che è una meraviglia per gli occhi e per il palato!

Arredo antropoformo

Ah se potessero parlare i mobili di casa ...!
Pensavo che se i mobili della nostra casa avessero occhi ed orecchie ce ne racconterebbero delle belle.
Ad esempio il divano: le volte che stanchi ci siamo sdraiati, oppure seduti ad ascoltare altri, a leggere un libro, a vedere un film. O ancora le volte che felici siamo ritornate a casa e lui era lì disponibile come sempre alla posa del nostro sedere, ad accoglierci in un abbraccio metafisico.
E ancora: il tavolo che ci vede al mattino un po' stravolti intenti a riempirci di qualcosa per avere nuove energie. O le volte che, tra un boccone e l'altro, ci siamo raccontati lentamente oppure  tutto d'un fiato le conquiste, le sconfitte, le speranze del giorno. Non omettendo le sfuriate a tavola, i diversi punti di vista, le critiche anche pesanti. Base d'incontro o scontro il tavolo raggruppa, riavvicina costringendoci almeno per un po' a stare tutti vicini, se in armonia, o per lo meno in zona in altri casi.
E che potrebbe dire, il tavolo, degli scambi di battute di fronte ad una tazzina di caffè, di the o di una tisana alla sera con amici intimi?
E come non ricordare il letto, (meno male che è stato inventato, diceva mia mamma). Nostro rifugio nel sonno, nel pianto, nella speranza compresa quella di vedere continuare dopo di noi altri, magari concepiti proprio lì.
Il lettone che ha visto stringersi intorno l'intera famiglia nel momento dell'influenza o della malattia infettiva infantile quale unico luogo dove tutto poteva essere sconfitto. 
Piazza di racconti dell'infanzia, le più tradizionali e le più fantasiose inventate lì per lì per far addormentare i  figli e magari prima la mamma stanca della lunga giornata.
"Andiamo sul lettone" ... e così raccogliere le confidenze dei figli in crescita. Posto dove le parti da verticali si fanno orizzontali e perciò pari, in linea e come vasi comunicanti pronti agli scambi più liberi.
Questa è solo una porta aperta (che caso anche qui si parla di arredo della casa) sull'argomento, lascio a voi il resto.

lunedì 31 ottobre 2011

dolce da fare con poco e in poco tempo

LA CUTISCIA  (detta anche Cutizza)
Fine pasto o merenda gustosa 

E' un dolce che mi preparava mia mamma e l'ho riproposto alle mie figlie quando erano piccole per merenda.  Ricordo che alcune loro amiche una volta scoperto me lo chiedevano perchè è davvero gustoso, semplice e probabilmente poco conosciuto. 

Cosa serve: una ciotola, la farina bianca, un uovo, sale, scorza di limone se c'è, zucchero.
Spaccate l'uovo nella ciotola e con una forchetta mescolate, aggiungete la farina (una manciata) e mescolate. Aggiungete un pizzico di sale e un po' di scorza di limone. Mescolate sempre finché il tutto diventa una pastella senza grumi e bella morbida.
In una padella (va benissimo antiaderente) versate un po' d'olio di semi leggero e scaldatelo.
Poi immergete la pastella e fatela cuocere di qua e di là come una frittata.
Togliete la cutizza, adagiatela sulla carta tipo scottex  o un tovagliolo (così l'unto si assorbe bene) e cospargetela di zucchero. 
Dividete in spicchi o a metà e servite bella calda.

C'è una variante che rende la cutiscia autunnale e saporita. 
Bisogna aggiungere in cottura alcuni acini di uva nera (ci vorrebbe l'uva americana).
Tutto il resto rimane uguale.
Assaggiate e ditemi se non è una vera leccornia.


giovedì 27 ottobre 2011


                                                  Monterosso e Vernazza




Mare stupendo, luoghi che ti incantano ... Possiamo fare qualcosa per rivederli così?
Solidarietà alle persone  che stanno cercando di salvare il salvabile.

mercoledì 26 ottobre 2011

FOR FRIENDS:

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Stiamo nel mondo, stiamo sul mondo

"Giro giro tondo casca il mondo casca la terra tutti giù per terra"

Non sono certo momenti facili, sta succedendo anche qui da noi di tutto, sembra che tutto smotti e non sappiamo più a quale certezze aggrapparci.
E' un passaggio d'epoca che ci porterà a cambiare abitudini, forse anche a ridimensionarci un po'.
Per qualcuno scendere di un passo non sarà troppo difficile, per altri, che stanno già in posizione  bassa, la condizione di dover scendere ancora, difficile e molto, risulterà.
Ci sarà almeno un'idea, un carattere, un comportamento comune che ci può legare negli sforzi di risalita da questa crisi?

La cantilena, che sta sotto il mappamondo, che da bambini si faceva in circolo tenendoci per mano ci ricorda che o ci salva insieme o insieme si casca.

martedì 25 ottobre 2011

Canzone d'autunno  di  Paul Verlaine 
(Testo francese e traduzione italiana) 


Chanson d'automne
 Les sanglots longs
 Des violons
 De l'automne
 Blessent mon coeur
D'une langueur
  Monotone.
 Tout suffocant
 Et blême, quand
  Sonne l'heure,
 Je me souviens
 Des jours anciens
  Et je pleure,
 Et je m'en vais
 Au vent mauvais
Qui m'emporte
 Deçà, delà,
 Pareil à la
  Feuille morte.




Canzone d'autunno


I lunghi singhiozzi

Dei violini
D'autunno
Mi feriscono il cuore
Con un languore
Monotono
Tutto affannato
E pallido, quando
Rintocca l'ora
Io mi ricordo
Dei giorni antichi
E piango
E me ne vado
Nel vento maligno
Che mi porta
Di qua di là
Simile alla
Foglia morta



lunedì 24 ottobre 2011

Aprire un libro e ...

Mi piace leggere, è per me come respirare, guardare. Negli anni ho cercato di lasciarmi coinvolgere nella scelta di leggere o meno un libro sulla scorta di dettagli quali un titolo, i colori della copertina, una forma ... 
Leggere è un piacere, almeno per quanto riguarda le letture libere, non imposte dallo studio o dal lavoro.
E allora se piacere deve essere l'istinto deve fare la sua parte ...
Ho scoperto così libri che mi hanno aggiunto qualcosa. 
Oppure ho chiuso libri semplicemente perché non rispondevano alle aspettative del momento.
Vi segnalo tre letture che per motivi molto diversi mi sono piaciuti, (solo l'ultima è recente di qualche giorno fa.)
"Il catino di zinco" di Margaret Mazzantini. 
Ha dei passaggi di lettura che vi faranno riflettere, riportando alla memoria magari anche parte del vostro vissuto. La scrittura dell'autrice è davvero moderna ed affascinante: per me una rivelazione. 
"La solitudine dei numeri primi" di Paolo Giordano. 
Due racconti che vi prenderanno al punto da voler assolutamente proseguire. Vi faranno riflettere sugli intrecci misteriosi dei percorsi di vita. Vi racconteranno di quanto i nostri comportamenti possono lasciare segni  a chi sta a noi vicino.
Il film, da me visto molto tempo dopo la lettura, ha dato colori e volti alla storia che nel leggerla è molto più complessa.
"La valle degli orsi" di Angiola Tremonti
Questa è una lettura che, secondo il mio parere, non si può mettere a confronto con una vera scrittrice qual'è ad esempio la Mazzantini sopra citata. 
Angiola Tremonti getta sulla carta la sua vita, la consegna con le sue intime qualità anche con disordine ma con toni così sinceri che non puoi non apprezzarla. Mentre la leggi  fuoriesce una donna coraggiosa e leale, l'amica che è sempre bello avere, magari scomoda per alcuni versi ma così sincera, montanara ...
Il cognome inevitabilmente ti porta al fratello, ma lei è così libera che si libera anche del fratello con amore.