CLICK AND LOOK (omaggio al regista Ermanno Olmi)

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giovedì 19 gennaio 2012

Teresina: tartarughina d'acqua




Teresina: tartarughina d’acqua
Era estate, scuola finita, tempo di vacanze e di nuove avventure.
Una mattina: “Mammma, mamma possiamo prendere un animaletto da tenere in casa?”
“Ma quale animaletto? Beh, ci possiamo pensare” rispose di rimando la mamma.
Passati pochi giorni, mentre stavano  facendo il giro del mercato, tra le tante bancarelle si trova quella che vende gabbie, uccelli, pesci e … tartarughine.
“Potremmo prenderne una” propose una bimba. E la mamma “Sì, si può fare”.
Si avvicinano ne scelgono una piccola con il guscio verde militare e, in un sacchetto se la portano a casa.
Collocata a dimora in una vaschetta bassa, con un sasso al centro a mo’ di montagnetta per un po’ tutto procede al meglio. Le sorelline di tanto in tanto la tolgono delicatamente dalla vasca e le lasciano osservare il paesaggio circostante,  percorrere nuove strade in giardino per poi rimetterla nella sua casetta, la vasca bassa per l’appunto.
Passa l’estate, e con l’inizio degli impegni scolastici il tempo libero da trascorrere in compagnia di “Teresina” diminuisce. Ogni tanto si decide di mettere nella sua dimora un pochino di acqua tiepida per stemperare il freddo dell’inverno che ormai è alla porta d’ingresso.
Una mattina la mamma esce e si accorge che sopra la vasca si è formata una crosta di ghiaccio, e sotto la tartarughina con le sue zampette aperte è immobile.
Che fare? Subito la mamma cerca di rompere il ghiaccio, introduce acqua tiepida, muove delicatamente l’animaletto con la speranza che l’averla lasciata all’aperto non possa aver fatto così tanto male.
E… dopo un po’ un timido movimento e via: le zampette si muovono. Teresina è viva.
Dopo pochi giorni però si trova la vaschetta vuota: Teresina, dove sei finita? Cercata e ricercata, della tartarughina non v’è più traccia.

Chiamiamo questo racconto: Prendersi sempre cura di ciò che abbiamo voluto.