CLICK AND LOOK (omaggio al regista Ermanno Olmi)

Post più popolari

venerdì 27 gennaio 2012

sessanta / sechzig



                                 A tuo ricordo, papà


1929   A 15 anni inizia il servizio premilitare obbligatorio a Oggiono, dura due anni

1931   Chiamata per il servizio militare a Milano, 37esima artiglieria

Dopo il giuramento: partenza – destinazione Bra – Cuneo
Mansione: trombettiere al servizio del colonnello conte Merzari per 18 mesi

1939  25 anni – viene richiamato a Milano, alla 37esima artiglieria
                       Inviato a Mentone, in Francia
            Inviato in Friuli come alpino (Si progetta l’invasione della Jugoslavia)


Ottiene un congedo, ma subito viene richiamato perché Mussolini ha dichiarato guerra a Francia e Inghilterra

10 giugno 1940  l’Italia entra ufficialmente in guerra , dopo l’annuncio di Mussolini in piazza Venezia a Roma

·       Inviato in servizio a Pola, in Istria
·       Trasferimento a Karlovac (Croazia)

1943, 8 settembre:

   Alla firma dell’Armistizio viene catturato a  Karlovac, in Croazia, dai tedeschi

Tappe della deportazione:

·       Innsbruck, Büsnau (nei pressi di Stoccarda) e Monaco
·       Breslavia (oggi Polonia, allora Germania)
·       campo di concentramento di Mühlberg, vicino a Freital-Sassonia, Stalag IV
·       novembre 1944- Trasferimento nelle retro linee tedesche a costruire le fortificazioni contro i russi

1945, 8 maggio:

I russi liberano i campi della Germania del nord. Mario scappa aiutato da Gino Pedrelli

Settembre 1945: Mario arriva a Ello

                                     *********************************


        Lettera a mio nonno di Erminia Frigerio
È tutto scritto nei suoi occhi. Mio nonno ha gli occhi bellissimi. Gli anni e la malattia hanno scavato il suo viso, ma gli occhi sono rimasti sempre gli stessi: luminosi, brillanti, più grandi sul viso solcato dalla vita. Qualcuno dice che la natura prepara il corpo dei nonni e lo rende quasi evanescente, leggero per il volo. Ma gli occhi no: magicamente e tenacemente quelli non invecchiano.

Mario ha visto tutto della vita, anche la morte, fin da bambino. A due anni era già orfano di padre e di madre.
La storia di mio nonno è quella di un uomo nato due volte. La prima, nel 1914, il 25 settembre, a Bartesate, un pugno di case vicino a Galbiate; la seconda, l’8 maggio del 1945, quando fu liberato dai russi da un campo di lavoro forzato della Germania del nord. Stava costruendo nelle retrolinee tedesche le fortificazioni contro l’avanzata russa. Era il giorno in cui la Chiesa celebra la festa della Madonna di Pompei. Una data che non avrebbe mai più dimenticato. Da allora l’ 8 maggio a casa Corti è festa: vestito della domenica e cappello in testa, ogni anno della sua vita Mario ha reso omaggio a quella Madre che in mezzo a tante macerie, proprio là dove l’uomo aveva saputo mostrare il suo volto peggiore, gli aveva teso la mano.
Mio nonno sta seduto sul divano e racconta la vita: la sua tragedia, la sua commedia, il suo romanzo d’amore. L’ho sentito decine di volte raccontare la storia che ho deciso di trascrivere. Non una parola merita di essere dimenticata.
Perché un popolo senza memoria è un popolo senza futuro.