A tuo ricordo, papà
1929 A 15 anni inizia il servizio
premilitare obbligatorio a Oggiono, dura due anni
1931 Chiamata per il servizio militare a
Milano, 37esima artiglieria
Dopo il giuramento: partenza – destinazione
Bra – Cuneo
Mansione: trombettiere al servizio del colonnello
conte Merzari per 18 mesi
1939 25 anni – viene richiamato a Milano,
alla 37esima artiglieria
Inviato in Friuli
come alpino (Si progetta l’invasione della Jugoslavia)
Ottiene un congedo, ma subito viene
richiamato perché Mussolini ha dichiarato guerra a Francia e Inghilterra
10 giugno 1940 l’Italia entra ufficialmente
in guerra , dopo l’annuncio di Mussolini in piazza Venezia a Roma
· Inviato in servizio a
Pola, in Istria
· Trasferimento a Karlovac
(Croazia)
1943, 8 settembre:
Alla firma
dell’Armistizio viene catturato a Karlovac,
in Croazia, dai tedeschi
Tappe della deportazione:
· Innsbruck, Büsnau (nei
pressi di Stoccarda) e Monaco
· Breslavia (oggi
Polonia, allora Germania)
· campo di
concentramento di Mühlberg, vicino a Freital-Sassonia, Stalag IV
· novembre 1944-
Trasferimento nelle retro linee tedesche a costruire le fortificazioni contro i
russi
1945, 8 maggio:
I russi liberano i campi della Germania del
nord. Mario scappa aiutato da Gino Pedrelli
Settembre 1945: Mario arriva a Ello
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Lettera a mio nonno di Erminia Frigerio
È tutto scritto nei suoi occhi. Mio nonno ha gli occhi bellissimi. Gli anni e la malattia hanno scavato il suo viso, ma gli occhi sono rimasti sempre gli stessi: luminosi, brillanti, più grandi sul viso solcato dalla vita. Qualcuno dice che la natura prepara il corpo dei nonni e lo rende quasi evanescente, leggero per il volo. Ma gli occhi no: magicamente e tenacemente quelli non invecchiano.
Mario ha visto tutto della vita, anche la morte, fin da bambino. A due anni era già orfano di padre e di madre.La storia di mio nonno è quella di un uomo nato due volte. La prima, nel 1914, il 25 settembre, a Bartesate, un pugno di case vicino a Galbiate; la seconda, l’8 maggio del 1945, quando fu liberato dai russi da un campo di lavoro forzato della Germania del nord. Stava costruendo nelle retrolinee tedesche le fortificazioni contro l’avanzata russa. Era il giorno in cui la Chiesa celebra la festa della Madonna di Pompei. Una data che non avrebbe mai più dimenticato. Da allora l’ 8 maggio a casa Corti è festa: vestito della domenica e cappello in testa, ogni anno della sua vita Mario ha reso omaggio a quella Madre che in mezzo a tante macerie, proprio là dove l’uomo aveva saputo mostrare il suo volto peggiore, gli aveva teso la mano.Mio nonno sta seduto sul divano e racconta la vita: la sua tragedia, la sua commedia, il suo romanzo d’amore. L’ho sentito decine di volte raccontare la storia che ho deciso di trascrivere. Non una parola merita di essere dimenticata.Perché un popolo senza memoria è un popolo senza futuro.