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lunedì 14 ottobre 2013

La Scartegina


Veniva a trovare la mia nonna materna (Maria Giulia conosciuta come Mariett). Era sempre e tutta vestita di nero. Piccola, gambette strette che sotto la gonna o il grembiule nero si muovevano veloci a piccoli scatti, capelli grigi e soffici raccolti sulla nuca con una sorta di chignon morbido. Intorno al viso ciuffi ribelli formavano una sorta di ghirlanda grigia al viso. Viso magro con occhi mobili, la bocca sdentata, visibilmente ritratta per cui, il mento aguzzo e stretto sporgeva come un piccolo tetto sul di lei petto.
La Scartegina, così veniva chiamata ricordo che di nome facesse Virginia.
Il suo lavoro era diventato il suo nome. Scarteggiare significa cardare la lana. E di quei tempi la lana di pecora era davvero pregiata per fare materassi e trapunte sui letti. E' un lavoro che adesso fanno in pochi anche se qualcuno ancora resiste. Il materasso di lana necessita periodicamente di essere rifatto e la lana va scarteggiata, cardata, passata in un macchinario che nell'andare avanti ed indietro la rende morbida, soffice e ripulita dalla polvere.







La cardatura è un'operazione che precede il processo di filatura della lana. Consiste nel liberare dalle impurità, districare e rendere parallele le fibre tessili, al fine di permettere le successive operazioni di filatura.
Deve il suo nome alla pianta del cardo, anticamente le infiorescenze seccate del cardo dei lanaioli (che sono coperte di aculei) venivano usate per questo lavoro.


La Scartegina
sapeva fare i fiori di carta molto bene. Ad esempio le rose di cartapesta rosa con il gambo verde e la foglietta così come le riusciva benissimo il garofano. La cartapesta colorata era tagliuzzata ad imitare la corolla del garofano. Era una donna non sposata che viveva sola. Non l'ho mai vista triste ed un giorno se n'è andata in silenzio senza disturbare nessuno.